Allergia al nichel? Scopriamo cosa non mangiare.
Cresce la schiera di persone che riscontrano l’allergia al nichel, un elemento diffusissimo in natura. Lo troviamo nei terreni, nell’aria, nell’acqua e, di conseguenza, anche in molti comunissimi cibi di cui parleremo più avanti. Sono davvero tante le accortezze da osservare nel maneggiare oggetti d’uso quotidiano come le maniglie delle porte, le chiavi di casa o le forbici. Particolare riguardo va fatta anche per alcuni prodotti per l’igiene e per il make up.
I numeri dell’allergia al nichel
In Italia si contano ben 18 milioni di ‘intolleranti’, pari al 32% della popolazione. Di questi la stragrande maggioranza è donna. Secondo l’Associazione allergologi e immunologi italiani ospedalieri e territoriali, il nichel è il principale metallo responsabile dalle cosiddette dermatiti da contatto, cioè quelle irritazione della pelle che ci balzano all’occhio perché provocano prurito e rossore. Altri sintomi meno lampanti sono la nausea, il mal di testa, l’insonnia e le variazioni di peso. Attenzione, dunque, a non sottovalutare nessuno di questi segnali soprattutto se non sono episodici. Una volta raccolti gli indizi, saranno i test allergologici a stabilire se si tratta di una vera e propria allergia ed, eventualmente, a individuare l’agente responsabile.
I motivi più plausibili che fanno delle donne il bersaglio preferito dell’allergia al nichel sono sostanzialmente due: la diffusa abitudine di forarsi i lobi delle orecchie e il maggior uso di articoli e accessori (bigiotteria, cinture, fermagli per capelli e via dicendo) a stretto contatto con la cute.
Quella al nichel rientra tra le cosiddette allergie da accumulo: un sua forte concentrazione può portare allo scatenarsi di reazioni causate anche da un minimo quantitativo. Questo significa che, per alcuni soggetti, le dermatiti possono svilupparsi anche dopo anni.
Allergia al nichel: alimenti da evitare
Il contatto diretto con il metallo non è la sola causa dell’allergia da nichel: per il 20% dei soggetti che ne soffrono la reazione è scatenata anche dal cibo. In questi casi, oltre al prurito e all’arrossamento cutaneo, possono comparire disturbi gastrointestinali come nausea, vomito e gonfiore addominale.
La prima grande categoria di alimenti a cui prestare attenzione sono i vegetali, che contengono nichel in percentuale quattro volte superiore rispetto ai prodotti animali. Pomodori, broccoli, asparagi, carote cavoli, finocchi, sedano, radicchio e spinaci sono alimenti ad alto contenuto di nichel e andrebbero evitati.
Nella black list dei prodotti contenenti nichel troviamo anche il cacao e il cioccolato, la liquirizia, la frutta a guscio (anacardi, arachidi, mandorle, noci e nocciole), alcuni legumi (lenticchie, fagioli, piselli, soia), i crostacei, il grano saraceno, l’avena, il miglio e il mais.
Insomma, l’allergia al nichel non rende la vita facile ma, con po’ di pratica e buona volontà, è possibile non correre rischi con l’aiuto di qualche piccola raccomandazione sempre valida: chi ha una forte intolleranza di questo tipo dovrebbe evitare tutti gli alimenti in scatola e in lattina e preferire le confezioni in vetro. Stessa raccomandazione per le stoviglie utilizzate per la cottura e la conservazione dei cibi, che devono essere rigorosamente nichel free. Un altro trucchetto da tenere a mente è far scorrere l’acqua per qualche minuto al mattino prima dell’utilizzo in modo da eliminare eventuali tracce di nichel presenti nelle tubature.
Alimentazione nichel free: una strada possibile
Come si può immaginare, dall’allergia al nichel è difficile guarire ma sicuramente si possono contenere i suoi effetti con scelte alimentari consapevoli. Il primo passo è non farsi scoraggiare dai cibi vietati perché altrettanto lunga è la lista di prodotti gustosi su cui sbizzarrirsi.
Una prima lancia a favore va spezzata per la frutta estiva, come le albicocche, il melone, l’anguria e le pesche, assolutamente consigliate per chi soffre di allergia al nichel. Se è vero che i vegetali sono generalmente ad alto contenuto di nichel, nel cesto della verdura di stagione troviamo un’ampia scelta tra prodotti a basso contenuto come finocchi, melanzane e peperoni.
Pollice in su anche per carni e pollame, per le uova, per il pesce ad eccezione dei crostacei, per i latte i suo derivati. Naturalmente si tratta di consigli di massima, per avere una dieta bilanciata in relazione al proprio grado di tolleranza al nichel bisogna rivolgersi ad un esperto nutrizionista.
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